venerdì 20 novembre 2015

Ho visto troppo

Molte persone che soffrono di un dca, dal momento della "guarigione" dicono di aver imparato molto da quest'esperienza e quasi ringraziano la malattia perchè gli ha permesso di conoscere veramente sè stessi.
Io di una cosa son sicura... se e quando arriverà quel momento per me, non riuscirò a ringraziare l'anoressia. Perchè è una malattia bastarda...
Ho visto donne chiuse nel corpo di una bambina, perdere pian piano la loro bellezza lasciando spazio a volti emaciati e segnati da occhiaie continue. Ho sentito troppi pianti, urla isteriche, lacrime versate per un etto di peso in più. Occhi lucidi, pronti a scoppiare davanti al cibo. Ho visto dal divorare vassoi di cibo al negarsi perfino l'acqua. Ho incontrato persone che hanno perso la loro adolescenza, che hanno perso il lavoro, la scuola, a causa della malattia. Tutti anni che nessuno ridarà indietro.
Ho intravisto la morte in troppi occhi, sguardi rassegnati imprecanti aiuto. Corpi chiusi in gabbie, in schemi troppo pesanti e assurdi per una mente così sofferente. Corpi martoriati da tagli, da graffi, da bruciature.
E tutto questo l'ho anche visto e lo vedo in me... 
Ecco perchè non ringrazierò mai questo mostro.
Avevo bisogno di crescere, ma non in questo modo.




giovedì 19 novembre 2015

La presa di coscienza

Apro l'agenda e leggo...
Villa Margherita, 27 gennaio 2015

Le giornate qui sono pesanti,
oggi a gruppo psico-educazionale abbiamo parlato di iperattività.
E dopo lo spuntino che prevedeva una fetta di torta della nonna, sono scoppiata a piangere;
ho capito quanto c***o ci sono dentro, fino al collo.
Iperattività, solo più questa ci mancava. Ma è come una droga per me.
Cammino e cammino, sotto i mie piedi e sotto quei passi macino chilometri.
Sotto quelle camminate anestetizzo il dolore e i pensieri. L'ansia diminuisce... fino a raggiungere il suo apice poco dopo esser rientrata in stanza e allora? Devo uscire nuovamente a camminare, a sfogarmi.
In un certo senso ogni volta che esco a bruciare calorie penso che devo farlo perchè è l'unico modo per non ingrassare di troppo... già aumento facendo così, figuriamoci se dovessi stare ferma. E poi quando cammino perdo il senso del tempo. Quando mi accorgo di essere come un criceto che gira nella sua ruota senza una tregua, divento consapevole che così facendo vado contro a quello che è uno scopo del ricovero: riprendere peso.
Ma camminare è diventato un obbligo, prima e dopo i pasti... prima per far spazio alle pietanze troppo elaborate per me, e dopo per digerire i mattoni mandati giù.
Non importa se fuori si gela per il freddo, se piove, io devo camminare, niente mi ferma.
E così capisco quanto sono immischiata in questa merda di malattia... troppo.
E scendono solo lacrime. Mi sento impotente.
E' un segreto che condivido solo con il boschetto, scena dei miei atti controsenso.
Un giorno forse andrà meglio... mi sento solo un burattino guidato da una forza maggiore.




martedì 17 novembre 2015

Corridoi e ombre

Fa freddo in questo luogo,
in questi corridoi addobbati di piante e luci offuscate.
La mia stanza è fredda, non la sento mia.
L'unico oggetto che la personalizza è un angioletto in legno che mi ha regalato mia madre.
Aspetto che sia ora di andare in mensa,
un brivido mi percorre la schiena.
Mi ricorda quando in casa di cura con impazienza e paura si aspettava l'arrivo del carrello con la cena.
Ogni sera spero che non ci siano cibi troppo unti, che il mio piatto di pasta  o riso non anneghi nell'olio. 
Non riesco a pensare se ci sarà qualcosa di buono, perchè il cibo mi fa ancora tanta paura. Mi viene difficile concentrarmi sul gusto, i pensieri mi riempiono la testa. 
Ingrasserai. Sei già ingrassata non vedi?
Me lo ricorda lo specchio che per puro caso si trova davanti alla porta della mia stanza; è lì, appeso al muro del corridoio, non ti lascia via d'uscita.
Mi sento sola come quando in casa di cura vedevo le giornate farsi buie. I pensieri vengono rivolti alle mancanze... quelle che infondo ti porti dentro, ovunque tu vada.
Non puoi pensare che spostandoti lontana chilometri e chilometri da casa tutto sarà più semplice; tu rimani e con te anche quell' ombra. 

sabato 14 novembre 2015

Guardami in questo istante


Guarda dietro il mio sorriso,
guarda oltre il mio aspetto fisico...
mi vedi?
Sto ancora in piedi, nonostante tutto.
Guardami, ti prego guardami.
Mentre sono ancora in alto.
Osservami e ricordati di me in questo preciso istante,
perchè potrei cadere da un momento all'altro.
Magari mi vedrai e non ti accorgerai nemmeno della mia lotta continua.
Sono un'equilibrista,
sono ancora sul filo.
Ho paura del vuoto,
ma ho anche paura della vita.

lunedì 9 novembre 2015

"devi vivere" ti ripeti

E come una lunga tempesta
arriva, ti stravolge e non sei più la stessa.
Hai abbandonato il sorriso, gli occhi ormai spenti imprecano aiuto.
Come un burattino segui regole,
non hai paura del vuoto, non hai paura della morte, perchè pensi di essere immortale.
Come riesci a essere così attiva nonostante il corpo stanco delle battaglie?
Dove trovi l'energia per perseverare nell'autodistruzione?
Non lo sai. Continui ad andare avanti, continui a cadere.
Inizi a percepire solo freddo attorno a te, forse è il momento di cambiare.
Vuoi uscire dalla tempesta, ma non fai altro che lasciarti sconvolgere da essa, giorno dopo giorno.
Tutti attorno a te sono preoccupati, si sentono impotenti davanti ad un mostro che ti sta divorando.
Tu ti neghi il cibo ma sei la sua preda.
Lei ti mangia ma tu no, come se volessi importi il più grande dei castighi.
Su e giù dalle scale, corri sentendoti il cuore in gola. Stai per rischiare un infarto?
Non lo sai. Ma tu continui.
Quanto durerà ancora quest'agonia?
Per quanto tempo ancora dovrai soffrire?
A quante domande non trovi risposta?
Troppe.
Alla fine la testa piena di interrogativi, lo stomaco che reclama cibo, e tu inerme non sai cosa fare.
"devi vivere" ti ripeti.
Ma non sai da dove cominciare.
"devi vivere" di ripeti un'altra volta.
E quella frase ti fa stare ancora più male.

domenica 8 novembre 2015

Un weekend nella norma

Ieri è stata una bella giornata... in parte avevo programmato tutto nei minimi particolari ma poi... ho avuto il coraggio intralciare le mie previsioni.
Alla mattina mi sono svegliata verso le nove, anche se sarei stata volentieri a letto senza alzarmi, ma sono scesa perchè il mio stomaco chiedeva cibo. Dopo la colazione ho studiato per tre ore di seguito ( record per me dopo anni che non tocco libri), anche se mi sentivo molto assonnata per i cocktail di farmaci che prendo.
Al pomeriggio ho aiutato Suor S. a fare catechismo... mi ero dimenticata quanto era stancante e snervante stare con bambini della quinta elementare che cercano di prenderti in giro e che non ti ascoltano. Ma è normale così! tutti i bambini vivaci hanno questo comportamento, sono io l'anormale che a dieci anni me ne stavo tranquilla e non volevo dare noia a nessuno. Dopo un'ora e mezza di baccano sono tornata in collegio e la mia compagna di stanza mi ha invitata a uscire con lei per un giretto in centro verso le cinque e mezza di sera. Ecco cosa non avevo programmato, l'uscita! ed è un impegno abbastanza tosto, vuol dire catapultarsi fra la gente e rendersi socievole. Ci ho pensato per quasi un'ora e poi armata di paura ma voglia di evadere sono salita su quel bus che ci ha portate in centro... siamo rientrate verso le otto e non è successo niente, cioè sono uscita e non mi è capitato niente di brutto anche se erano passate ormai le cinque!
Piccola felicità della giornata e contenta per l'invito ricevuto sperando che non sia l'ultimo :-)


Oggi invece ho approfittato del sole per camminare mezz'oretta lungo l'argine del fiume ( essendo in periferia non ho molte possibilità di raggiungere il centro , soprattutto nei week end) e poi ho ripassato ciò che ieri ho studiato constatando che mi è rimasto ben poco in questa testa, ma già me lo aspettavo.
Domani inizia una nuova settimana, inizio ad odiare il lunedì...

Un abbraccio
Pulce 

giovedì 5 novembre 2015

Prima parte: seria... Seconda parte : viaggio con la fantasia

Tra poche ore arriverà quel sonno indotto... lo aspetto perchè voglio che questa giornata finisca. Non mi importa se il mio sonno è fatto di sogni e incubi, dovuti dall'ansia che provo in ogni singolo istante e dai farmaci che prendo... voglio solo coricarmi sotto le coperte al caldo e al sicuro, non so bene da cosa... forse mi nascondo anche dal cibo perchè ho paura di perdere il controllo e cadere in abbuffate... Mi rendo conto di vivere in tantissimi schemi mentali, che prima ignoravo... già solo al mattino: la sveglia deve essere alle 6 e 19 e non 6 e 20, la colazione deve durare come minimo 20 minuti; sul bus non mi devo mai sedere ma fare il viaggio in piedi; in aula mi devo sedere sempre al solito posto con le gambe incrociate... a pranzo prima devo sempre mangiare la verdura e poi il primo o secondo. Gli appunti devono essere perfettamente ordinati, tra le 17 e 17 e 15 devo lavarmi il viso con tanto sapone come per ripulirmi dall'aver mangiato un frutto da merenda... se per caso mi corico dopo l'orario da me stabilito inizio a sentirmi ansiosa; prima di andare a letto devo preparare con cura ciò che indosserò la mattina seguente e appoggiare gli indumenti sulla scrivania... e così via, ce ne sono tantissimi che ho omesso... 

Nonostante un peso non inferiore al 17 di bmi continuo a vivere con la paura dell'aumento di peso, del cibo troppo condito; ogni pasto mi manda in crisi da essere più facile o più difficile... diventa difficile mangiare perchè i sensi di colpa non lasciano tregua. Quelli ci sono sempre e li odio quando vado al ristorante con i miei genitori e mi rovinano tutto... come quando mi concedo una pizza o un gelato... piaceri sporcati dal senso di colpa.
Mi hanno detto che ci vorrà tempo prima che le cose andranno un pochino meglio, e lo riconosco... devo già essere "felice" per il fatto che riesco a mangiare per quattro sere a settimana nella mensa. Certo... le mie scelte tra il menù sono sempre le più semplici e impiego molto tempo a decidere cosa mangiare, ma almeno ce la faccio! è una piccola conquista per me...
Per il resto...
 Mi sento stanca mentalmente e fisicamente. Sono demoralizzata per l'università perchè a dicembre avrò l'appello di informatica e studio studio studio ma nulla ricordo. E' tutta teoria, niente pratica, solo definizioni. A me basta anche solo un 18, basta passarlo. Punto su voti alti nelle altre materie perchè mi interessano molto e mi appassionano. Adoro Storia dell'arte Classica e Storia Moderna; anche Legislazione dei beni culturali non mi spiace, E' fattibile! Quindi sono felice della mia scelta, ho solo quell'esame che tanto mi fa crogiolare ma in qualche modo troverò una soluzione... posso sempre ridarlo fino a quando non lo passerò mal che vada!!!
Mi vedo già al terzo anno con l'esame di informatica da dare per potermi poi laureare!!! ragazzi, stiamo con i piedi per terra... ho ancora così tanta strada da fare. Ma quando, durante il giorno, vedo ragazze e ragazzi festeggiare la loro laurea un po' li invidio. Non vedo l'ora che arrivi quel fatidico giorno anche per me. Ma intanto sono solo all'inizio, meglio non volare troppo con la fantasia... perchè adesso a volte me lo permetto si, mi concedo di volare con la fantasia, in un futuro sempre migliore.

E' gratis, provateci anche voi!
Saluti
Pulce





martedì 3 novembre 2015

Cinque mesi... un mondo

Ritorno a scrivere, ritorno con un nuovo blog.
 Ho deciso di non aggiornare più quello precedente perchè ha segnato anni della mia vita, quelli in cui ero "piccolina"... ovvero non avevo ancora intrapreso certi percorsi, non avevo ancora incontrato alcune emozioni, non avevo raggiunto un' indipendenza, non avevo ancora guardato in faccia la paura, i fantasmi. Ho dovuto ammettere e confessare cose che volevo tenere solo per me, costretta perchè era l'unica via per andare avanti.
Ho intrapreso un percorso in casa di cura per dca... cinque mesi fatti di giorni in cui ho pianto davanti al peso che aumentava, davanti a piatti troppo oleosi e abbondanti per me; ho pianto per nostalgia, quando senza cellulare volevo tornare a casa mia perchè " obbligata" a magiare troppo. Ho versato lacrime davanti all'insonnia, alla paura di affrontare i pasti fuori che mi venivano concessi. Ho visto le mie braccia riempirsi di tagli quando l'ansia aumentava, quando la rabbia aveva la meglio, quando mi sentivo uno schifo... e mi sono anche tirata indietro sì, quando il mio peso stava raggiungendo il 18,5 di bmi. Ma ho conosciuto persone fantastiche, medici insostituibili, brave psicologhe ma soprattutto ragazze uniche, che hanno preso tutte un posto nel mio cuore, che mi hanno dato tanto senza rendersene conto... mi hanno dato sorrisi tra le lacrime, confidenze... passeggiate insieme prima nel parco della villa e poi in centro città a Vicenza, canzoni cantate a squarciagola, sigarette fumate insieme, attese davanti agli studi dei medici dove l'ansia veniva trasformata in emozione comune a tutte e quindi più tollerabile... abbracci, messaggi, coccole, scampagnate proibite nel verde della villa... e ancora condivisione, chiacchierate sedute sul muretto del day hospital assaporando l'aria fresca di primavera... i viaggi in taxi, i pomeriggi autogestiti, i gruppi cucina... le infermiere e le operatrici pronte ad accoglierti con un sorriso anche quando le cose non andavano nel verso giusto.
Tutto questo ha riempito cinque mesi della mia vita.
Come sto ora? me la cavo... stavo meglio in quel periodo sopra citato ma si sa che la realtà è più complicata, che nella vita quotidiana non puoi mettere nelle mani delle dietiste la tua alimentazione perchè non sei più obbligata da loro a mangiare in un certo senso, ma sei tu che devi decidere di mangiare... per te stessa e non per altri. E tutto si complica, tornano i sensi di colpa più forti di prima, la paura delle abbuffate, la fame nascosta e la difficoltà ad accettare il tuo peso, il far finta che tutto vada bene, il non poter più gridare il dolore con il corpo. La perdita di quella magrezza che per anni è stata la tua ancora di salvezza e dolore allo stesso tempo.
Ma adesso sono qui, a 400 chilometri di distanza da casa, ho iniziato a frequentare l'università di Padova... Storia e tutela dei beni artistici e musicali... quello a cui ho sempre ambito. E ne sono contenta nonostante la paura per gli esami, la lontananza da casa, i momenti di sconforto seguiti dall'idea di lasciare tutto perchè non ne sono all'altezza. Ma poi ricomincio, mi do delle possibilità, mi rialzo in piedi, e vado avanti. Sempre andare avanti, questo è il mio motto.
un abbraccio
Fabiana