Ritorno a scrivere, ritorno con un nuovo blog.
Ho deciso di non aggiornare più quello precedente perchè ha segnato anni della mia vita, quelli in cui ero "piccolina"... ovvero non avevo ancora intrapreso certi percorsi, non avevo ancora incontrato alcune emozioni, non avevo raggiunto un' indipendenza, non avevo ancora guardato in faccia la paura, i fantasmi. Ho dovuto ammettere e confessare cose che volevo tenere solo per me, costretta perchè era l'unica via per andare avanti.
Ho intrapreso un percorso in casa di cura per dca... cinque mesi fatti di giorni in cui ho pianto davanti al peso che aumentava, davanti a piatti troppo oleosi e abbondanti per me; ho pianto per nostalgia, quando senza cellulare volevo tornare a casa mia perchè " obbligata" a magiare troppo. Ho versato lacrime davanti all'insonnia, alla paura di affrontare i pasti fuori che mi venivano concessi. Ho visto le mie braccia riempirsi di tagli quando l'ansia aumentava, quando la rabbia aveva la meglio, quando mi sentivo uno schifo... e mi sono anche tirata indietro sì, quando il mio peso stava raggiungendo il 18,5 di bmi. Ma ho conosciuto persone fantastiche, medici insostituibili, brave psicologhe ma soprattutto ragazze uniche, che hanno preso tutte un posto nel mio cuore, che mi hanno dato tanto senza rendersene conto... mi hanno dato sorrisi tra le lacrime, confidenze... passeggiate insieme prima nel parco della villa e poi in centro città a Vicenza, canzoni cantate a squarciagola, sigarette fumate insieme, attese davanti agli studi dei medici dove l'ansia veniva trasformata in emozione comune a tutte e quindi più tollerabile... abbracci, messaggi, coccole, scampagnate proibite nel verde della villa... e ancora condivisione, chiacchierate sedute sul muretto del day hospital assaporando l'aria fresca di primavera... i viaggi in taxi, i pomeriggi autogestiti, i gruppi cucina... le infermiere e le operatrici pronte ad accoglierti con un sorriso anche quando le cose non andavano nel verso giusto.
Tutto questo ha riempito cinque mesi della mia vita.
Come sto ora? me la cavo... stavo meglio in quel periodo sopra citato ma si sa che la realtà è più complicata, che nella vita quotidiana non puoi mettere nelle mani delle dietiste la tua alimentazione perchè non sei più obbligata da loro a mangiare in un certo senso, ma sei tu che devi decidere di mangiare... per te stessa e non per altri. E tutto si complica, tornano i sensi di colpa più forti di prima, la paura delle abbuffate, la fame nascosta e la difficoltà ad accettare il tuo peso, il far finta che tutto vada bene, il non poter più gridare il dolore con il corpo. La perdita di quella magrezza che per anni è stata la tua ancora di salvezza e dolore allo stesso tempo.
Ma adesso sono qui, a 400 chilometri di distanza da casa, ho iniziato a frequentare l'università di Padova... Storia e tutela dei beni artistici e musicali... quello a cui ho sempre ambito. E ne sono contenta nonostante la paura per gli esami, la lontananza da casa, i momenti di sconforto seguiti dall'idea di lasciare tutto perchè non ne sono all'altezza. Ma poi ricomincio, mi do delle possibilità, mi rialzo in piedi, e vado avanti. Sempre andare avanti, questo è il mio motto.
un abbraccio
Fabiana
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